Cresce il sogno del casale toscano
Riparbella, luogo emergente per gli investimenti nei vitigni e nei casali sarà la nuova Bolgheri? Intervista all’amministratore delegato della tenuta del Leone Alato (gruppo Generali), Igor Boccardo
Una campagna poco antropoformizzata, tenuta bene, ancora genuina e spontanea. La sua vicinanza al mare. Elementi che rendono Riparbella un territorio emergente e interessante per gli investimenti. Un borgo in crescita trainato anche dalla realtà consolidata di Bolgheri, territorio di nicchia e distante soltanto mezz’ora, dove la presenza di famiglie importanti come i marchesi Antinori e i marchesi Incisa della Rocchetta e di altri nobili portano una clientela facoltosa Riparbella non è ancora nota come altri paesi vicini quali Casale Marittimo, Castagneto Carducci e Bolgheri già ampiamente sviluppati, ma la campagna è sempre stata un’attrazione per i turisti e gli acquirenti delle seconde case e negli ultimi venti anni è esploso l’interesse nei confronti dell’investimento nei vitigni. Crescono gli acquisti da parte di investitori importanti a livello nazionale e internazionale e chi ci sta puntando ritiene che fra meno di venti anni sarà la nuova Bolgheri, in termini di prestigio, perché sta crescendo moltissimo. A maggio le Tenute del Leone Alatoramo vitivinicolo di Genagricola, l’asset agricolo del gruppo Generali che racchiude aziende italiane identitarie e radicate nelle regioni a più alta vocazione vitivinicola - ha portato a termine l’acquisizione del 100% di Duemani, un’azienda con vigneti in Riparbella e Castellina Marittima, fondata da Elena Celli e Luca D’Attoma, enologo di fama internazionale, che hanno creduto in questo territorio incontaminato, dove hanno piantato le vigne nel 2000 scegliendo da subito di coltivare in agricoltura biodinamica per rispettare l’ecosistema. Oggi la tenuta consta di tredici ettari totali con una capacità produttiva di sessantamila bottiglie ed è un importante nuovo tassello nella strategia di ampliamento delle tenute di proprietà del più importante gruppo assicurativo italiano e uno dei primi europei. “È vero che ci sono territori più noti di questo sia nel nord che nel sud d’Italia, con Doc e cru prestigiose, però quello che il consumatore prende in mano è un prodotto che ha una storia collegata al territorio e a come viene prodotto il vino. Abbiamo ritenuto che la storia enologica fosse talmente importante e unica nel suo genere per cui valesse la pena di investire a Riparbella”, racconta a Ville&Casali Igor Boccardo, l’amministratore delegato delle Tenute del Leone Alato. “È un territorio di nicchia, fuori dal coro, e questo ritengo sia un valore, perché le eccellenze possono essere sviluppate anche fuori dalle denominazioni importanti, chiaramente mantenendo un certo rigore, che è quello che Luca D’Attoma ha sempre fatto nelle sue produzioni. Quindi parliamo di un prodotto che non ha nulla da invidiare alle zone più blasonate. L’azienda Duemani ha la location, quindici ettari vitati, un enologo importante e una potenzialità del territorio ancora da esprimere, tutti ingredienti per una ricetta perfetta e per gli appassionati del vino è una vera chicca. Credo che Riparbella possa avere un potenziale importante, ma non deve snaturare il territorio perché sarebbe controproducente. Uno degli aspetti chiave nell’agricoltura e viticoltura è il rispetto del suolo e del territorio quindi bisogna sempre fare le cose cum grano salis”. Fino a poco fa anche la famiglia Ferragamo aveva la sua tenuta di duecento ettari a Riparbella, Prima Pietra, dove hanno impiantato da zero il vigneto a 450 metri, il più alto dell’intera Toscana, in un posto bellissimo che domina tutta la campagna, da poco ceduta a un fondo di investimento internazionale.